Mattia, studente del Bachelor in Comunicazione multilingue, racconta di un’esperienza molto intensa e multiculturale: il suo semestre all'estero

Forlì e la sua reputazione – e il miglior indirizzo per un semestre all’estero

L’Italia è molto di più di Milano, Venezia e Roma o dei soliti cliché sole, spiaggia, pasta. Mattia Turra, studente del Bachelor in Comunicazione multilingue, ha trascorso il suo semestre all’estero a Forlì presso il rinomato DIT, Dipartimento di Interpretazione e Traduzione. In questo contributo racconta delle sorprese e di un’esperienza molto intensa e multiculturale nella Pianura Padana.

Autore: Mattia Turra, studente del Bachelor in Comunicazione multilingue

“Buongiorno raga!”. Con queste parole entro in un’aula per la prima volta dopo marzo 2020. Siamo a Forlì, una città dell’Emilia-Romagna, poco più piccola di Winterthur. L’auditorium si trova al secondo piano del “Teaching Hub”, l’edificio più grande del campus dell’Università di Bologna con sede a Forlì. È un edificio moderno e oblungo dove si tengono lezioni di linguistica, sociologia ed economia. Il corso che frequenterò [in meinem semestre all’estero] fa parte del corso di laurea triennale in Sociologia e riguarda la comunicazione pubblica in Italia.

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Mi sono già rappresentato questo momento tante volte nella mia mente: il mio glorioso ritorno alla didattica in presenza, gli sguardi interessati degli studenti italiani, le chiacchiere sulle mie origini, il mio soggiorno a Forlì e chissà cos’altro.

Mi guardo intorno in attesa di una risposta, ma nessuno risponde al mio saluto amichevole. Il silenzio è assordante. Gli sguardi degli altri studenti hanno trafitto le mie aspettative utopiche come se fossero riflettori, che mi fanno bruscamente svegliare da un beato sonnellino. Un po’ frastornato, mi siedo nella terza fila della sala conferenze, cercando di sembrare il più occupato possibile. Che figura!

Le mie aspettative sul semestre all’estero e la realtà

Potrebbe sembrare strano iniziare questo blog con una esperienza piuttosto brutta. Non voglio però dare l’impressione che il semestre all’estero sia stata un’esperienza negativa. Piuttosto, vorrei sottolineare un altro aspetto: la differenza tra le proprie aspettative e la realtà.

Quando ho detto ad amici e parenti che avrei fatto l’Erasmus in Italia, tutti lo associavano alle spiagge, al sole, alla famosa dolce vita al Rinascimento, a Milano, Venezia e Roma. Alla bellezza.

La verità è che la vita quotidiana a Forlì è spesso molto lontana da queste aspettative. La città sembra assopita, la nebbia così comune nella Pianura Padana che diventa una compagna fedele, soprattutto nei mesi invernali. “Forlì – la Londra d’Italia”, commenta seccamente e con sarcasmo il proprietario di un caffè siciliano nel centro storico. Nel complesso, il ritmo in città è lento e sommesso. Spesso devo farmi forza e capacitarmi sul perché sono finito in questo buco per il mio semestre all’estero.

All’inizio, queste domande mi tormentano, mi fanno dubitare della mia decisione. È davvero il posto giusto per un semestre all’estero?

Mattia, studente del Bachelor in Comunicazione multilingue, racconta di un’esperienza molto intensa e multiculturale: il suo semestre all'estero

Certo che sì! La mia vita al di fuori dell’università

Tuttavia, non desisto. Partecipo a tutti i tipi di eventi, velocemente mi creo nuovi contatti e amicizie. Ho la fortuna che gli studenti elvetici scelgono raramente di andare a Forlì. Il mio paese d’origine, la Svizzera, è guardato con grande interesse. Mi chiedono di tutto: quali sono le nostre lingue nazionali, come funziona il nostro sistema educativo, quale formaggio, quale cioccolato è il migliore, meglio la fonduta o la raclette, perché non siamo nell’UE ecc. Gli italiani che parlano tedesco chiedono con curiosità dello “Schwzyerdütsch” di cui hanno sentito parlare nelle lezioni di tedesco. Solo dopo averli assicurati che anche noi sappiamo usare il tedesco standard, si rilassano.

Ho inoltre imparato ad amare anche la Romagna. In primis grazie agli innumerevoli luoghi pittoreschi da visitare: città costiere con l’odore del sale nell’aria come Rimini o Riccione, chiese e fortezze mozzafiato nelle città di Cesena e Ravenna, luoghi consigliati dai Forlivesi come Castrocaro e Brisighella. E in più la città metropolitana di Bologna, tanto diversa e poliedrica, quanto bella e multiculturale. Tutte queste località, con mio grande stupore, erano comodamente accessibili con i mezzi pubblici. Tanto di cappello!

E poi c’è, naturalmente, il cibo: frutti di mare dell’Adriatico, lo street food locale come la piadina e il crescione, decine di tipi di pasta come i cappelletti, i passatelli, gli strozzapreti, le iconiche tagliatelle al ragù e i famosissimi salami e tortellini… La lista potrebbe continuare a lungo, ma il messaggio è chiaro: qui si mangia bene! La mia supposizione che laggiù non conoscano gli “Spaghetti alla bolognese” è confermata dai miei coinquilini con sguardi perplessi quando avevo posto loro l domanda. “Ma intendi il ragù?” Se non avessi frequentato la palestra regolarmente, sarei lievitato come la pasta della pizza.

Il DIT. Le mie esperienze presso il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione 

E poi, naturalmente, c’è il DIT, il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione. Si dice che sia una delle migliori facoltà del suo genere in Italia. La mia esperienza corrisponde a questa valutazione. Il DIT gode di un grande prestigio: solo un determinato numero di studenti è ammesso ogni anno. L’esame di ammissione è molto impegnativo, mi dicono i miei compagni di studio.

Ciò che può essere una “maledizione” per loro, è una benedizione per me. Nel campus si respira tanta cultura, l’interesse e il fascino per le lingue straniere sono percepibili ovunque. I professori sono impegnati, attenti ai dettagli, esigenti ma mai ingiusti. Vorrei menzionare in particolare gli insegnanti di russo (ho frequentato un corso di base di russo). La scrittura cirillica, la pronuncia, i diversi casi: il modo in cui ci hanno fatto entrare in questa lingua difficilissima da imparare mi ha fatto una grande impressione. Dal punto di vista scolastico, posso solo lodare la facoltà e raccomandarla a chiunque pensi di trascorrere il semestre all’estero in Italia.

L’italiano e i suoi dialetti

Il soggiorno è stato anche un vero arricchimento per le mie conoscenze della lingua italiana. A Forlì ho incontrato persone provenienti da tutte le regioni d’Italia, da Milano fino al sud della Sicilia. Tutte erano ansiose di insegnarmi qualche parola nei loro rispettivi dialetti. Bisogna spiegare che l’Italia ha una ricca cultura dialettale che è così diversa che anche gli italiani hanno spesso difficoltà a capirsi tra di loro.

Per esempio, mi hanno insegnato a distinguere tra “boccia”, “céo” e “buteo” in dialetto veneto, che la gente in Toscana dice “mi garba” invece di “mi piace” e che spesso sostituisce la “c” nella pronuncia con un suono simile alla nostra “h”, o che in certe zone della Puglia si dice “bandone” quando si parla di un grande gruppo. Verso la fine, sono anche riuscito a indovinare la regione d’origine dei miei interlocutori. Tuttavia, quando un siciliano mi parla, non sempre capisco quello che dice.

Per riassumere, nonostante alcuni piccoli ostacoli, il soggiorno è stato un grande successo che mi ha consentito di imparare tantissimo in termini di lingua e sistema formativo ma anche di relazionarmi con gli altri. Non dimenticherò mai il tempo che ho passato lì e continuerò a coltivare le amicizie che ho fatto, anche per continuare a usare il mio italiano divenuto più che rispettabile. 😊

Forlì, è stato un piacere!


Informationshinweis zum Bachelor Mehrsprachige Kommunikation an der ZHAW

Senza un’approfondita esperienza interculturale, gli studenti non possono giungere a una conoscenza plurilingue da esprimere a livello professionale. Ecco perché nel quinto semestre del Bachelor in Comunicazione multilingue è previsto un semestre all’estero presso un’università gemellatadurante il quale si ha l’opportunità di immergersi letteralmente nella lingua, vita e cultura del Paese ospitante rientrando con un networking internazionale e profonde competenze interculturali, richieste peraltro dal mercato del lavoro. Nei loro post per il blog,  i/le partecipanti trasmettono alcune impressioni personali – piccoli flash di un ricco semestre presso una università partner dell’IUED. 

Ogni anno, circa i due terzi degli studenti iscritti al BA in Comunicazione multilingue si avvalgono di tale opportunità frequentando il quinto semestre di studi presso un’università gemellata in Svizzera o all’estero.  L’Istituto di Traduzione e Interpretazione ha costruito un’importante rete con numerose università partner di tutto il mondo e affianca gli studenti nella ricerca dell’ateneo più conforme alle loro necessità.   

Durante il semestre all’estero, gli studenti del Bachelor in Comunicazione multilingue scrivono un post. I contributi vengono premiati da una giuria. Questo è uno dei sei post premiati del semestre autunnale 2022.


Mehrsprachige Kommunikation studieren – feat. Hazel Brugger

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Con il Bachelor in Comunicazione multilingue, l’Istituto di Traduzione e Interpretazione IUED forma professionisti delle lingue e della comunicazione, in grado di agire con sicurezza tra lingue, culture e domini diversi. Il corso di laurea con i suoi indirizzi di Comunicazione orale e Mediazione linguistica, Comunicazione multimodale e Traduzione e Comunicazione tecnica e Information design, fornisce le competenze per operare nella gestione di progetti o eventi multilingui, in molteplici ambiti della traduzione, nel settore dell’Information design o della documentazione tecnica.


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