Ogni inizio è difficile e che non tutto va sempre per il verso giusto, anche se si pensa di essersi preparati al meglio, lo si capisce solo andando per un certo periodo di tempo all’estero.
di Sabrina Caruso, studentessa Bachelor in Lingue applicate
Le valigie sono pronte, l’alloggio è organizzato e a questo punto niente può andare storto. Ebbene sì, quando pensi per un attimo di avere la vita in mano – mai una gioia. Sono stata vittima di una truffa. L’annuncio della stanza in affitto era falso. Proprio a me? Io che sono sempre molto attenta e prudente e non do fiducia facilmente, mi sono fatta ingannare. L’amara verità è che anche a persone come me possono succedere cose del genere. Mi assale la rabbia, ma ora non posso perdere tempo a lamentarmi, devo solo funzionare. Dopo aver fatto su e giù, con l’ascensore che ci impiega un eternità, mi trovo praticamente sulla strada con tutti i miei sette bagagli. Chiamo Gina, la mia ancora di salvezza. Studiamo insieme a Winterthur e fortunatamente anche lei si trova Milano per l’Erasmus. Chiamo un taxi e vado da lei, dove posso alloggiare per alcuni giorni.
Mi metto subito alla ricerca di un altro alloggio. Passo due giorni al telefono a prendere appuntamenti. Trovare una stanza a Milano ad ottobre è un’impresa difficile, la richiesta è altissima. Fisso un paio di appuntamenti per visitare delle stanze. “Salve dobbiamo disdire l’appuntamento, la stanza è già stata bloccata”. Così tutto il pomeriggio. Respira, mi sono detta. Respiro e sento il cuore placarsi, il fiato tornare normale. Vedo un altro annuncio, chiamo l’agenzia e blocco la stanza. Mi reco alla sede per firmare il contratto e il pomeriggio stesso vado a visitare l’appartamento. Questa volta mi è andata bene. Sospiro di sollievo, ce l’ho fatta. Non sono mai stata così felice di tenere un mazzo di chiavi in mano. Apro la porta di casa, sembra non ci sia nessuno. Inizio a disfare le valigie e a ordinare le cose nella mia stanza rigorosamente arredata IKEA.
Inizia ad assalirmi la prossima preoccupazione. Chi sa chi troverò? Con chi dovrò vivere i prossimi mesi? E se non andremo d’accordo? Mille pensieri. Sono le 19.30 ma ancora nessuno in vista. Ma ad un tratto si apre la porta dell’entrata e vedo una ragazza, più o meno alta come me, capelli mori e con un sorriso stampato sul viso. Erika si presenta e mi si alleggerisce il cuore. Da subito c’è sintonia tra di noi. Poco dopo ho conosciuto Francesco, un informatico e Ivan che fa il dottorato in fisica. Con l’arrivo di Martina (studentessa di ingegneria gestionale), due giorni dopo di me, la nostra cricca è al completo. Dopo la laurea presa in mediazione linguistica, Erika è partita per l’America ed è arrivata Giulia, la nostra chef. Ho avuto la possibilità di conoscere ragazzi di diverse regioni d’Italia e con bagagli culturali diversi che mi hanno allargato l’orizzonte. Lungo il cammino, lontano da casa, a volte le cose possono andare nel verso sbagliato, ma questo mi ha trasformato in una persona in grado di risolvere i problemi con sicurezza. E senza la sfortuna iniziale non avrei avuto la fortuna di conoscere delle belle persone.
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Dieser Blogbeitrag wurde im Rahmen der globAL night 2019 prämiert.